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La nuova geografia del Coronavirus

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di Patrizio Mignano

La rivista semestrale “Documenti geografici”, a cura dell'Università di Roma Tor Vergata, dedica un numero speciale ai cambiamenti in atto nelle relazioni spazio-uomo a causa della pandemia. Molti anche i contributi del Cnr

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Ogni ambito di attività umana sembra aver subito un cambiamento radicale a causa della pandemia da Covid-19, ridefinendo profondamente gli spazi a livello globale e il rapporto dell'uomo con l'ambiente. La rivista “Documenti geografici”, curata dal Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società dell'Università di Roma Tor Vergata, dedica un numero a questi temi, con oltre 60 contributi che affrontano, tra l'altro, i cambiamenti in atto nella vita quotidiana, nella socialità, nella percezione degli spazi, nelle dinamiche geopolitiche e nel mutamento degli assetti e degli equilibri internazionali. “L'impatto del virus Covid-19 sulla società sta ricevendo enormi attenzioni da parte di chi si occupa di ricerca e di innovazione… Nei media assistiamo a un'esplosione di iniziative di citizen science, la scienza dei semplici cittadini ovvero la scienza senza scienziati (Irwin, 1995) e possiamo dire che la pandemia ci invita a ripensare gli indicatori della Responsible Research and Innovation per una rideterminazione dell'efficacia dello scambio tra il sapere degli scienziati e il sapere esperienziale delle comunità”, affermano per esempio Riccardo Pozzo di Tor Vergata, già direttore del Cnr-Dsu, e Vania Virgili dell'Infn.

Lo sforzo collettivo di ricercatori ed esperti vede coinvolti anche alcuni colleghi del Cnr. Roberto Reali, tecnologo presso il Dipartimento di scienze bioagroalimentari, nell'articolo “Evento globale e risposte locali: il caso della pandemia di influenza del 1918-1919” sostiene: “Per approfondire e riflettere sulla pandemia da Covid-19 si è, da molte parti, fatto riferimento alle epidemie passate come strumento di confronto e anche di conforto psicologico, considerato che gli attuali abitanti del pianeta sono sopravvissuti a quelle esperienze. Appare così del tutto normale che la pandemia più citata sia stata quella dell'influenza spagnola che imperversò nell'anno 1918 e che presenta molte similitudini nei sintomi, nella velocità di diffusione e nella alta mortalità con quella odierna”. In “Ballare con gli orsi polari ai tempi del Covid-19”, Marco Casula, tecnico dell'Istituto di scienze polari, racconta invece la sua esperienza lavorativa da un luogo remoto nel quale il virus non è mai arrivato: “Scrivo dal Centro di ricerca internazionale di Ny-Alesund, 79°N, a circa 1.000 km dal Polo Nord, lo stesso posto da cui partirono Amundsen e Nobile per conquistare i ghiacci. Non è un posto ospitale e nutro profonda stima per quegli avventurieri che sfidavano l'infinito, privi di tecnologia con semplici vestiti”.

La rivista, in sintesi, cerca di fornire un contributo di interpretazione che amplia le conoscenze sulla diffusione della pandemia. Tra i curatori, insieme a Franco Salvatori, il direttore responsabile Pierluigi Magistri e responsabile editoriale Alessandro Ricci.

titolo: Documenti geografici
categoria: Rivista
autore/i: Salvatori Franco
editore: Università Tor Vergata

  

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