Vita Cnr

Una pesca ecosostenibile è possibile

Banco di pesci
di Francesca Gorini

La cattura profonda di crostacei pregiati come scampi e gamberi del 'Mare Nostrum’ può compromettere l’integrità dell’ecosistema. L’unità operativa di Capo Granitola dell’Istituto per l’ambiente marino costiero del Cnr sostiene politiche di gestione volte a ridurre gli impatti negativi sulle specie marine, le comunità e gli habitat

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Nel Mar Mediterraneo, la cattura di crostacei pregiati quali scampi e gamberi rossi o viola avviene attraverso la 'pesca profonda’, una delle pratiche più controverse per l’impatto su habitat e su organismi marini che vivono in prossimità dei fondali. L’unità operativa di Capo Granitola dell’Istituto per l’ambiente marino costiero (Iamc) del Cnr  di Mazara del Vallo  (Trapani) è impegnata nel sostenere l’importanza di un approccio 'sostenibile’ alla pesca.

“Questo studio ha interessato l’Iamc-Cnr fin dalla sua fondazione: teniamo presente, infatti che proprio a Mazara si trova la principale flotta specializzata nella pesca profonda del Mediterraneo” spiega il ricercatore Fabio Fiorentino  dell'Iamc-Cnr. “Già dalla metà degli anni ’80 abbiamo rilevato una condizione di sovrasfruttamento, confermata dal progressivo spostamento delle aree di pesca a causa della riduzione dei rendimenti di gamberi profondi nelle zone più vicine al porto di Mazara. Oggi, le attività si concentrano nella zona del Canale di Sardegna e nelle acque internazionali di fronte a Egitto, Cipro, Grecia e Turchia”.

L’attenzione degli studiosi è orientata allo studio di habitat e comunità nel loro insieme, più che sulle singole specie di interesse commerciale: “Stiamo svolgendo ricerche in collaborazione con la sede dell’Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr di Ancona per migliorare la selettività delle reti ed evitare così la cattura di specie non commerciali o protette”, continua il ricercatore. “Altre misure riguardano tecniche innovative di conservazione e tracciabilità del pescato, come la possibilità di evitare l’uso di additivi chimici per ridurre l’annerimento dei gamberi (melanosi), introducendo atmosfere modificate e confezionamento sottovuoto direttamente a bordo. A ciò si aggiunga la necessità di preservare, ad esempio attraverso misure di chiusura della pesca a strascico, gli 'essential fish habitat’, cioè gli ambienti necessari al completo svolgimento del ciclo vitale delle specie”.

L'Unione europea e la Commissione generale della pesca del Mediterraneo hanno già proibito la pesca con attrezzi trainati a partire da 1.000 m di profondità mentre un Piano di lungo termine di gestione della pesca per i gamberi rossi e viola è stato redatto con il contributo dei progetti regionali della Fao nel Mediterraneo 'CopeMed II’, 'MedSudmed’ e 'EastMed’. “Le politiche di riduzione dello sforzo di pesca portate avanti dall’Ue hanno cominciato a dare i loro frutti, segno che una pesca sostenibile dei crostacei profondi è possibile” conclude Fiorentino.

Fonte: Fabio Fiorentino, Istituto per l'ambiente marino costiero, Mazara del Vallo, tel. 0923/948966