Vita Cnr

Per un'acqua potabile davvero sicura

Fontanella pubblica
di Francesca Gorini

Ricercatori dell’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr sono al lavoro per ridurre al minimo l’impatto sulle riserve di acqua dolce di batteri, virus e sostanze inquinanti emergenti, come prodotti chimici domestici, antibiotici e medicinali. È l'obiettivo del progetto 'Frame’, volto a proteggere ecosistemi e salute umana a partire dal corretto riutilizzo delle acque reflue

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Sotto l'egida del programma europeo 'Water Joint Programming Initiative' (Jpi) ha preso avvio un progetto triennale con l’obiettivo di sviluppare strategie innovative di riutilizzo delle acque reflue di origine domestica e 'garantire’ una quantità sufficiente di acqua potabile sicura, proteggendo ecosistemi e salute umana.

Il progetto Frame (A novel framework to assess and manage contaminants of emerging concern in indirect potable reuse), coordinato dall'Istituto federale tedesco di idrologia (Bfg), ha come partner italiani l’Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Cnr e l’Istituto superiore di sanità, i cui ricercatori lavoreranno a fianco di colleghi tedeschi, francesi e norvegesi per ridurre al minimo l’impatto di contaminanti chimici e biologici presenti nei bacini di acqua dolce, contribuendo così all’aumento delle risorse di acqua potabile mediante 'ravvenamento’ (aumento della ricchezza idrica tramite canali d’irrigazione, pozzi o le acque di un fiume deviato artificialmente) di falde o incremento delle portate fluviali.

“Inquinanti emergenti, come antibiotici, prodotti chimici domestici, prodotti per la pulizia, e agenti patogeni, come batteri e virus, sono solo parzialmente rimossi dagli impianti convenzionali di trattamento delle acque reflue. Di conseguenza, queste sostanze sono continuamente scaricate nei fiumi europei o raggiungono le falde utilizzate per il prelievo di acqua destinata al consumo umano”, spiega Stefano Polesello dell’Irsa-Cnr. “Se a ciò aggiungiamo che, anche a causa dei cambiamenti climatici, si registra spesso carenza idrica nei bacini idrografici e che le fonti di approvvigionamento di acqua potabile risultano sempre più ridotte, c’è il rischio concreto che tali sostanze possano esercitare un impatto negativo sulla vita acquatica e la salute umana”. 

Il progetto affronta la produzione di acqua di alta qualità a partire dall’efficienza dei processi di trattamento per la rimozione o inattivazione di contaminanti quali virus, batteri, agenti patogeni e sostanze nocive che possono formarsi per reazioni microbiologiche e chimiche. “Stiamo sperimentando diverse combinazioni di trattamenti, tra cui ozonizzazione e processi di ossidazione avanzata accoppiati con un nuovo processo di filtrazione sequenziale biologicamente attiva: la fase di test e validazione avverrà in impianti di trattamento e ravvenamento già esistenti in Germania (Braunschweig e Baviera) e in Spagna (Costa Brava)”, conclude il ricercatore. “Attraverso specifici modelli saremo in grado di valutare l'efficacia globale di queste strategie di mitigazione, che speriamo possano portare allo sviluppo di normative europee e nazionali in materia di riutilizzo delle acque reflue”.

Fonte: Stefano Polesello, Istituto di ricerca sulle acque, Brugherio, tel. 039/21694218 , email polesello@irsa.cnr.it