Vita Cnr

Il 'polverometro' del Cnr misura l'inquinamento in Cile

Installazione polverometro
di Francesca Gorini

Lo strumento, messo a punto da un ricercatore dell’Istituto nazionale di ottica, permette di rilevare la concentrazione di polveri sottili presenti in aria con una tecnologia semplice e low cost. Da luglio sarà testato anche nella regione cilena di Araucania, in cui si registra un’elevata mortalità per disturbi respiratori 

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Il principio di funzionamento è semplice ma efficace: utilizzare tecnologie ottiche di uso comune e poco costose - come i sensori che rilevano la presenza di fumo - e applicarle al monitoraggio ambientale di polveri sottili. È nato così, da un’idea del ricercatore Massimo Del Guasta dell’Istituto nazionale di ottica (Ino) del Cnr di Firenze sviluppata in collaborazione con Legambiente, il 'polverometro’, dispositivo low cost che permette di registrare le emissioni potenzialmente dannose per la salute delle particelle di diametro inferiore a 2,5 micrometri (pm 2.5).

“È un oggetto realizzato con componenti commerciali a bassissimo costo, che può essere utilizzato per integrare la tecnologia esistente”, spiega Del Guasta. “Grazie alla facilità di installazione e uso, può essere posizionato rapidamente in numerosi punti e contribuire a creare reti di monitoraggio 'flessibili’, da riplasmare rapidamente in corso di misura, in grado di fornire dati che i comuni sistemi di rilevamento ambientale di frequente non misurano come i picchi di concentrazione, che spesso consentono l’individuazione delle principali sorgenti inquinanti su scala locale”. 

Il primo prototipo del 'polverometro’ è stato realizzato l’anno scorso e installato a Montale, piccolo comune in provincia di Pistoia caratterizzato da elevato inquinamento derivante dalla presenza di un inceneritore e da altre attività antropiche. Più di 100 dispositivi, potenziati con pannelli solari, nuovi sistemi di trasmissione dati e micro-anemometri, saranno a breve utilizzati anche nella regione cilena di Araucania, per supportare una sperimentazione volta a misurare l’inquinamento della zona, avviata in collaborazione con il Centro de Óptica y Fotónica (Cefop).

“La regione è caratterizzata da una concentrazione elevata di polveri da combustione di legna, principale mezzo di riscaldamento locale: fino a 500 microgrammi  per metro cubo d’aria contro, ad esempio, i 50 microgrammi che caratterizzano una zona ritenuta inquinata in Italia”, aggiunge il ricercatore. “Il fenomeno provoca mortalità per disturbi respiratori, per questo il centro di ricerca cileno e le amministrazioni sanitarie locali hanno deciso di effettuare una sperimentazione a lungo termine, di circa un anno, prevedendo un centinaio di punti di rilevamento che si avvarranno della nostra tecnologia. Sarà così possibile capire il livello di inquinamento e, grazie ai sensori di vento incorporati, anche seguirne il trasporto in atmosfera, spiegando l’origine dei picchi di concentrazione e fornendo indicazioni pratiche alle amministrazioni. Gli strumenti verranno 'affidati’ a privati cittadini, che potranno così conoscere l’inquinamento nella propria abitazione.

“L'idea è infatti di mettere il 'polverometro’ a disposizione dei cittadini anche in Italia.

Fonte: Massimo Del Guasta, Istituto nazionale di ottica del Cnr, tel. 055/5226423 , email massimo.delguasta@ino.it