Vita Cnr

I rotiferi fanno specie

Ricercatori al lavoro
di Francesca Gorini

Questi microscopici animali acquatici, lunghi meno di mezzo millimetro, sono al centro di una ricerca dell'Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr di Verbania Pallanza, che dimostra come tecniche innovative di tassonomia, basate sull'analisi di sequenze di Dna e metodi di statistica quantitativa, possano ampliare la nostra conoscenza delle biodiversità

Pubblicato il

Una ricerca dell'Istituto per lo studio degli ecosistemi (Ise) del Cnr sui rotiferi del gruppo Brachionus calyciflorus - microscopici animali che si trovano ovunque sia disponibile una minima quantità di acqua, da laghi a stagni a semplici pozze d'acqua dolce - ha fatto da apripista a un nuovo approccio al problema dell'identificazione della specie.

Lo studio, coordinato da Diego Fontaneto dell'Ise-Cnr e pubbicato su Systematic Biology, dimostra come, integrando i metodi tradizionali di tassonomia con moderne metodologie di analisi di immagine e tecniche di biologia molecolare basate su sequenze di Dna, sia possibile ottenere risposte molto più complesse sull'identificazione di una specie. “La comprensione della biodiversità è da sempre al centro degli interessi del mondo scientifico: cosa sia una specie e come la si possa identificare in maniera empirica restano quesiti chiave anche per la biologia moderna”, afferma il ricercatore. “Con questo studio abbiamo dimostrato che per capire la diversità biologica è necessario utilizzare metodi differenti rispetto alla tassonomia tradizionale: lo studio del rotifero è un semplice esempio di come approcci diversi possano portare a risposte diverse”.

La ricerca ha unito analisi statistiche quantitative su caratteri morfologici di tassonomia tradizionale ad analisi filogenetiche di sequenze di Dna mitocondriale e nucleare (tassonomia molecolare), caratteri ecologici ed esperimenti di competizione tra specie e popolazioni in laboratorio. “Abbiamo utilizzato un approccio complessivo, che potremmo definire olistico, che ci ha permesso di capire quanto le barriere e i limiti tra le specie in natura possano essere labili”, prosegue Fontaneto “I casi in cui approcci diversi danno risposte diverse sono quelli in cui possono verificarsi scambi genetici, ad esempio ibridazione tra specie diverse, andando a incidere proprio sui caratteri che i biologi usano per identificare le specie”.

Lo studio segue precedenti lavori Ise-Cnr in ambito tassonomico, volti a individuare metodologie e strumenti innovativi per identificare e catalogare in modo più semplice e rapido gli organismi viventi. 

Fonte: Diego Fontaneto , Istituto di ricerca sulle acque, tel. 0323/518363, email diego.fontaneto@cnr.it

Tematiche